La preghiera che introduce la liturgia della Parola chiede che “Dio sia propizio verso i suoi fedeli” e possa donare “in abbondanza i tesori della sua grazia” perché “ ardenti di fede, speranza e carità si possano custodire i comandamenti”. Cosa significa che “Dio deve essere propizio? Nella lettera ai Romani S. Paolo dice: “Dio ha esposto Gesù strumento di propiziazione in virtù del proprio sangue” S. Paolo ci indica che Gesù è lo strumento di salvezza che Dio Padre ha donato agli uomini e noi chiedendo che Dio ci salvi, non facciamo altro che chiedere la presenza del Signore nella nostra vita. Nell’evangelista S. Matteo il termine viene usato da Pietro rivolto a Gesù che gli rivelava la sua passione: “Dio te ne scampi, o non ti accada ciò che dici, ma ti doni la salvezza” Pietro non aveva compreso l’opera salvifica di Dio, e come attraverso la croce Gesù doni la vita agli uomini. Il nostro vero tesoro è il Regno di Dio, i tesori sono i doni della Grazia che Dio elargisce ogni giorno. La nostra risposta ad un Dio che è misericordia è l’ardore del cuore che aderisce alla fede, alla speranza e alla carità. Pensando ai brani della scrittura che usano il termine ardere in senso metaforico come possiamo non ricordare i “discepoli di Emmaus”. Il nostro cuore non era “forse ardente dentro di noi” questo era avvenuto per aver ascoltato le parole del Risorto. Anche noi accostiamoci alla liturgia della Santa Messa col cuore pieno di gioia perché stiamo incontrando il Signore. La prima lettura è tratta dal libro del profeta Geremia, Dio annuncia al profeta che sarà: Lui stesso a riunire le pecore disperse di Israele, potranno tornare ai loro pascoli e non dovranno temere perché sarà Dio il buon pastore che custodisce il gregge. Nella seconda parte della lettura vi è la grande promessa del Messia: “ susciterò a Davide un germoglio giusto…..e lo chiameranno con questo nome Signore nostra giustizia”. Le profezie dell’Antico Testamento troveranno compimento i Gesù nato da Maria e Spirito Santo, sarà il Dio con noi, il Lui troveremo la salvezza. Il Vangelo di S. Marco presenta gli apostoli che dopo la loro missione, tornano da Gesù e raccontano “tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato”. È già sera, ma sono ugualmente desiderosi di comunicare come avevano annunciato la buona novella alle persone incontrate lungo la via, come avevano vissuto “il regno di Dio”. Gesù disse loro: “venite in disparte, noi soli, in un luogo deserto e riposatevi un po’”. Le parole di Gesù sollecitano un momento di silenzio, di ascolto e di rinfrancarsi accanto a Dio. Prendono la barca, si dirigono verso un luogo deserto, ma molti intuirono la loro direzione e “da tutte le città accorsero a piedi precedendoli”. Gesù scendendo dalla barca vide “una grande folla, ne ebbe compassione, perché erano come pecore senza pastore”. Gesù mostra la grande misericordia di Dio verso gli uomini e chiede a noi di accostarci al suo gregge, con il nostro cuore vicino ai poveri, ai bisognosi, di avere sempre il cuore aperto verso chi è nella povertà. S. Caterina da Siena diceva che la nostra stanchezza si superava stando con Gesù “Non c’è amore più grande di chi dà la vita per la persona che ama. Oh Spirito Santo vieni nel mio cuore riscaldalo! Infiammalo!”