La preghiera che introduce alla liturgia della Parola ci dice che: “noi osiamo chiamare Dio Padre Onnipotente solo se siamo guidati dallo Spirito Santo, e osiamo chiedere che faccia crescere nei nostri cuori lo spirito di figli adottivi”. Ricordiamo tutti la parabola del “figlio prodigo” del Vangelo di S. Luca come Dio, rappresentato dal padre, vada incontro al figlio e lo accolga di nuovo nella sua casa. La verità profonda su Dio è infatti che Egli è amore, che dona “ se stesso” e che è sempre pronto a perdonare. La verità sull’uomo è che Dio ci ha creati nel suo amore e ci conduce vicino a Lui perché possiamo trovare riposo vicino al suo cuore. S. Agostino nelle Confessioni dice: “L’uomo piccolo porto della Creazione desidera lodarti. Tu lo chiami in maniera tale che goda nel lodarti: perché ci hai creati per te e inquieto è il nostro cuore, finchè non riposa in te”. Noi siamo diventati “nuova creatura e figli adottivi di Dio nel sacramento del battesimo”, ricevendo da Dio il dono della fede. La prima lettura tratta dal primo libro dei Re illustra un episodio della vita del profeta Elia; il profeta deve sfuggire da Gezabele regina di Israele che lo aveva condannato a morte. Elia può salvarsi solo presso Dio e mentre ha perso ogni speranza è Dio che lo salva dando il pane che lo sosterrà nel cammino verso il Monte di Dio “l’Oreb”. “ Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti”. Elia aveva chiesto a Dio “Prendi la mia vita”, Dio prenderà Elia presso il Monte donando a lui una nuova missione “la salvezza del suo popolo”. Nel Vangelo di S. Giovanni nei primi versetti viene espressa la mormorazione di alcuni Giudei perché Gesù aveva detto: “Io sono il pane disceso dal cielo”. Come può dire: “ Sono disceso da cielo?”. Noi sappiamo chi è, conosciamo la sua famiglia. Viene “dalla terra”, da noi, non “dal cielo”. In questo ragionare vi è un inganno, si crede che per conoscere la realtà delle cose sia sufficiente affidarsi al solo orizzonte terreno e umano. Il Vangelo ci chiede di capire e scrutare anche la realtà che viene da Dio, Gesù è il Pane disceso dal cielo: “ I Giudei non ne sentono la fame, avevano la bocca del cuore malata; avevano orecchie aperte, ma erano sordi, vedevano ma erano ciechi. Questo pane richiede la fame dell’uomo interiore”. Gesù ci presenta un modo diverso di affrontare la vita, che però solo il Padre può attivare: “ nessuno viene a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato”. Preghiamo di essere attratti dal Signore perché è dalle radici del cuore che sorge la fede, dunque è solo col cuore che si crede in Dio. Non si va a Cristo camminando, ma credendo. Non si raggiunge Cristo spostandoci col corpo, ma con la libera decisione del cuore. Se saremo con Cristo comprenderemo che abbiamo bisogno di accogliere “il pane della vita, il pane vivo disceso dal cielo” che dona la forza di camminare e testimoniare l’amore di Dio anche nelle avversità.